Elenco Trattamenti

In queste pagine verranno illustrati i trattamenti di medicina estetica più diffusi e richiesti e le loro modalità di esecuzione.

Cosa è?
Il check-up medico-estetico proposto dal Prof. C.A. Bartoletti e dalla Scuola Internazionale di Medicina Estetica, rappresenta il momento iniziale e imprescindibile per porre le premesse per invecchiare in condizioni di forza e salute, mantenendo una condizione fisica e mentale ottimale in relazione alla propria età. Si avvale nel suo approccio diagnostico di un esame anamnestico e un esame obiettivo tradizionale e mirato alla domanda, supportati da una serie di valutazioni morfologiche e strumentali che permettono uno studio globale del soggetto in esame, inquadrando in questo ambito l’inestetismo denunciato. I risultati forniti dal check-up medico-estetico consentono formulare e di concordare con il paziente i trattamenti preventivi , norme di igiene alimentare, fisica, psicologica, cosmetologica ed eventuali trattamenti correttivi per gli inestetismi denunciati, attuando programmi altamente personalizzati.

Come si effettua il Check-up medico-estetico?
Come già anticipato prevede un esame anamnestico e un esame obiettivo tradizionale e mirato alla domanda, supportati da una serie di valutazioni morfologiche psicologiche e strumentali. • L’esame anamnestico indaga le abitudini ed i comportamenti del paziente in vari campi, come l’alimentazione, l’attività fisica praticata, le abitudini voluttuarie (fumo), la gestione cosmetica cutanea, mediante un’intervista mirata. • L’esame obiettivo tradizionale e mirato valuta la funzionalità degli apparati sensoriale, nervoso, cutaneo, respiratorio, cardiovascolare, gastrointestinale e urogenitale, con particolare attenzione agli apparati coinvolti nell’inestetismo denunciato. • La valutazione psicologica si propone di definire il profilo psicologico del soggetto, e di valutare la risposta emotiva procurata dall’inestetismo dichiarato. • La valutazione morfo-antropometrica valuta : habitus, peso-altezza, BMI, massa magra, massa grassa, peso ideale, area muscolare del braccio (AMA), quantità di acqua totale del corpo. • L’ esame posturale valuta le eventuali alterazioni dell’ortostatica e l’appoggio plantare. • La valutazione della capacità fisica consiste nel testare la flessibilità articolare, la forza ed il consumo massimo di ossigeno (VO2MAX). • La valutazione ecografica dell’ipoderma ha lo scopo di effettuare una diagnosi differenziale tra AD (Adiposità Distrettuali) e PEFS (Pannicolopatia Edematosa Fibro Sclerotica – “Cellulite”) e di valutare lo stadio della eventuale PEFS. • Il check-up cutaneo è un esame anamnestico e strumentale che si effettua sulla pelle preparata e permette di classificare il biotipo cutaneo, di valutare il grado di invecchiamento della cute e di monitorare i trattamenti medico-cosmetologici in atto. • La valutazione ematochimica consiste nell’analisi degli esami di laboratorio prescritti dal medico.

Preparazione al check-up cutaneo
La realizzazione del check-up reclama una preparazione della pelle da parte del soggetto in esame. Nella settimana precedente, questi non dovrà effettuare la pulizia del viso presso l’estetista, né esporsi al sole o alla lampada abbronzante. Inoltre, non dovrà lavare i capelli nei tre giorni precedenti. La sera precedente l’esame, potrà detergere viso e corpo nel modo abituale con i prodotti di pulizia comunemente usati, senza però utilizzare creme per la notte sul viso o sul corpo. La mattina dell’esame, non dovrà lavare con acqua viso e corpo, né applicare creme o trucco. E’ invece consentita l’applicazione di mascara e rossetto. Gli esami vanno ripetuti in condizioni di temperatura e di umidità relativa costanti.

Quando effettuare questa valutazione?
Prima di qualsiasi trattamento di medicina estetica in quanto rappresenta il momento iniziale e imprescindibile per formulare un programma personalizzato di prevenzione e correzione di dismorfismi, difetti fisici, inestetismi.

Cosa è?
E’ un esame messo a punto da Carlo Alberto Bartoletti, direttore della Scuola Internazionale di Medicina Estetica Fondazione Internazionale Fatebenefratelli, e Gaston Ramette, medico cosmetologo di Parigi, autore di pubblicazioni di cosmetologia medica in Francia e Italia. È molto utile per conoscere la propria pelle, gestirla correttamente e per impostare una diagnosi cosmetologica di biotipo (pelle seborroica, pelle “secca” per disidratazione e/o per insufficiente presenza di lipidi sulla sua superficie, pelle sensibile, in particolare alle aggressioni atmosferiche), per classificare il fototipo cutaneo (valuta la risposta individuale all’esposizione solare), per stabilire un bilancio funzionale ed il grado di invecchiamento della pelle in esame. Tutto questo serve per formulare un consiglio cosmetologico finalizzato all’igiene della pelle (detersione, idratazione, protezione solare), alla normalizzazione di eventuali alterazioni evidenziate dall’esame, per valutare successivamente, con misurazioni di controllo, l’efficacia dell’applicazione cosmetica, per monitorare lo stato dei parametri cutanei nel corso del trattamento con sostanze ad azione cosmeceutica e consentire, se necessario, una cosmetica compensatrice.

Come si effettua il Check-up cutaneo?
Il check-up cutaneo prevede dapprima un’anamnesi ed un esame obiettivo mirati alla domanda del paziente, ai quali faranno seguito le misurazioni dei parametri (sebometria, corneometria, pHmetria) ed i test cutanei (di sensibilità e dermografismo).

Preparazione al check-up cutaneo
La realizzazione del check-up reclama una preparazione della pelle da parte del soggetto in esame. Nella settimana precedente, questi non dovrà effettuare la pulizia del viso presso l’estetista, né esporsi al sole o alla lampada abbronzante. Inoltre, non dovrà lavare i capelli nei tre giorni precedenti. La sera precedente l’esame, potrà detergere viso e corpo nel modo abituale con i prodotti di pulizia comunemente usati, senza però utilizzare creme per la notte sul viso o sul corpo. La mattina dell’esame, non dovrà lavare con acqua viso e corpo, né applicare creme o trucco. E’ invece consentita l’applicazione di mascara e rossetto. Gli esami vanno ripetuti in condizioni di temperatura e di umidità relativa costanti.

Quando effettuare questa valutazione?
A qualsiasi età una valutazione dello stato della pelle è utile per formulare una prescrizione cosmetologica mirata; lo scopo è di esercitare una prevenzione contro i segni del tempo, in particolare quelli legati alle aggressioni atmosferiche. Sarebbe preferibile effettuare questo bilancio cutaneo in giovane età, dopo la pubertà, per conoscere al più presto il tipo di pelle, le sue difese, realizzando quindi per tempo una programmazione igienico-preventiva (una scarsa presenza di sebo non è infrequente anche in giovane età; in questo caso, se coesiste una scarsa protezione melaninica all’esposizione solare, il processo di invecchiamento cutaneo può avviarsi anche precocemente). Un altro periodo in cui il check-up cutaneo può essere molto utile è quello della menopausa, quando la produzione del sebo diminuisce per motivi ormonali: è il momento di rivedere e modificare la protezione cosmetica. L’esame va eseguito ogni due anni in giovane età, per passare poi ad un controllo ogni anno nell’approssimarsi della menopausa. Comunque può essere necessaria una ripetizione più frequente, anche se parziale, con una o più misurazioni, per controllare l’effetto di una prescrizione cosmetologica mirata al riequilibrio di quei parametri trovati alterati o per monitorare un trattamento con cosmeceutici.I dati emersi dal questionario, dall’esame clinico e dalle misurazioni cutanee consentono un programma personalizzato di educazione cosmetica secondo il biotipo e il fototipo cutaneo: proteggere, difendere e mantenere in buono stato la pelle con cosmetici appropriati che, per definizione CEE, hanno proprio questa funzione.

Cosa è?
Rappresenta un trattamento ambulatoriale che necessita di pochi minuti (15-20) non richiede l’utilizzo di anestetici e che permette un immediata ripresa della vita di relazione. Consiste nell’iniettare per via sottocutanea sostanze idonee a prevenire e contrastare i danni dell’invecchiamento cutaneo fisiologico e/o foto-indotto. Tali sostanze hanno la funzione di stimolare i fibroblasti, favorire la produzione di collagene, elastina e ac. jaluronico, di migliorare la vascolarizzazione, l’ossigenazione, l’idratazione tissutale infine possiedono un’attività antiossidante. Le regioni anatomiche che possono trarre un beneficio da questo trattamento sono : glabella, fronte, zigomi, solchi nasogenieni, zona periorale, profilo mandibolare, collo, decolletè, dorso delle mani.

Quante sedute sono previste? Per quanto tempo dura l’effetto desiderato?
Il protocollo terapeutico prevede una prima fase con quattro sedute a cadenza settimanale, una seconda fase con ulteriori quattro sedute con cadenza quindicinale, e una fase di mantenimento a cadenza mensile o ogni due mesi . La durata degli effetti benefici del trattamento varia in relazione alla gravità della situazione di partenza ed in relazione allo stile di vita che si conduce ( ad esempio una adeguata cosmesi favorisce una maggiore efficacia e durata del trattamento) in generale gli effetti hanno una durata variabile dai 3-6 mesi.

Quali sono le indicazioni?
Le indicazioni principali alla biostimolazione sono rappresentate dall’invecchiamento cutaneo fisiologico e/o foto-indotto e dalla disidratazione per carenza di acqua tissutale. In pelli ancora giovani, per prevenire l’invecchiamento cutaneo,iin una pelle matura, per restituire l’ integrità tissutale infine prima di eventuali altri trattamenti, per aumentarne efficacia e durata. Normalmente la biostimolazione viene inserita in un programma correttivo più ampio che comprende l’uso di un’adeguata cosmesi, l’ausilio eventuale di peeling chimici per stimolare ulteriormente il rinnovamento cellulare e l’eventuale utilizzazione di riempitivi (acido jaluronico, collagene) o in associazione a trattamenti quali RF

Quali sono le controindicazioni e gli effetti indesiderati?
La metodica per quanto ben tollerata, presenta come controindicazioni assolute : allergia al materiale da iniettare, gravidanza in corso, collagenopatie, malattie autoimmunitarie, disfunzioni della coagulazione, malattie metaboliche (ad es. diabete). Come dopo ogni iniezione cutanea si possono verificare delle reazioni indesiderate : eritema (arrossamento), lieve e transitorio gonfiore, dolorabilità locale, lieve sanguinamento o piccoli ematomi, ascessi, noduli, ipersensibilità locale. Solitamente tali reazioni sono circoscritte e si risolvono spontaneamente in poche ore.

Cosa è?
Rappresenta un trattamento ambulatoriale che necessita di pochi minuti (20-30) e che permette un immediata ripresa della vita di relazione. Consiste in un impianto di materiale biocompatibile iniettato per via sottocutanea, al fine di riempire rughe o avvallamenti, o per aumentare il volume. Rappresenta un sistema efficace per trattare le rughe e le linee del volto. Le uniche sostanze che possono essere impiantate sono solo ed esclusivamente sostanze biocompatibili e completamente riassorbibili (ac. jaluronico, collagene). Sono assolutamente da evitare sostanze non riassorbibili. Si possono trattare rughe e solchi in sede frontale, glabellare, perioculare, nasogeniena, periorale, e si può ottenere un aumento volumetrico di zigomi, labbra, profilo mandibolare, mento.

Quante sedute sono previste? Per quanto tempo dura l’effetto desiderato?
Normalmente è prevista un’unica seduta seguita da un controllo a distanza di circa sette giorni per effettuare eventuali ritocchi. La durata degli effetti benefici del trattamento varia in relazione alla gravità della situazione di partenza ed in relazione allo stile di vita che si conduce ( ad esempio una adeguata cosmesi favorisce una maggiore efficacia e durata del trattamento), in generale gli effetti hanno una durata variabile dai 6-9 mesi.

Quali sono le indicazioni ?
Il filler rappresenta un sistema efficace per trattare le rughe e le linee del volto, per idratare la pelle o per ripristinare i volumi. Può essere effettuato successivamente ad eventuali altri trattamenti, (biostimolazione, peeling, botulino , RF) per migliorare e potenziare il risultato finale.

Quali sono le controindicazioni e gli effetti indesiderati?
La metodica per quanto ben tollerata, presenta come controindicazioni assolute : allergia al materiale da iniettare, gravidanza in corso, collagenopatie, malattie autoimmunitarie, disfunzioni della coagulazione, malattie metaboliche (ad es. diabete). Come dopo ogni iniezione cutanea si possono verificare delle reazioni indesiderate : eritema (arrossamento), lieve e transitorio gonfiore, dolorabilità locale, lieve sanguinamento o piccoli ematomi, ascessi, noduli, ipersensibilità locale. Solitamente tali reazioni sono circoscritte e si risolvono spontaneamente in poche ore.

Cosa è?
È una proteina purificata prodotta da un batterio il Clostridium Botulinum che agisce riducendo la contrazione muscolare in maniera reversibile e transitoria, migliorando le rughe di espressione donando al viso un aspetto disteso, riposato e giovane. Il trattamento avviene attraverso la somministrazione con microiniezioni di piccole dosi di sostanza in corrispondenza delle rughe del terzo superiore del viso, oppure in caso di iperidrosi in sede ascellare, palmare o plantare. Rappresenta un trattamento ambulatoriale che necessita di pochi minuti (15-20) e che permette un immediata ripresa della vita di relazione.

Quante sedute sono previste? Per quanto tempo dura l’effetto desiderato?
Normalmente è prevista un’unica seduta seguita da un controllo a distanza di circa sette/dieci giorni per effettuare eventuali ritocchi. La durata degli effetti benefici del trattamento varia in relazione alla gravità della situazione di partenza ed in relazione allo stile di vita che si conduce ( ad esempio una adeguata cosmesi favorisce una maggiore efficacia e durata del trattamento), in generale gli effetti hanno una durata variabile dai 4/6 mesi.

Quali sono le indicazioni?
Il Botulino rappresenta un sistema efficace per trattare le rughe della glabella, della fronte, della zona perioculare (zampe di gallina) per ottenere un innalzamento del sopracciglio, per un ringiovanimento dello sguardo e per trattare l’eccessiva sudorazione ascellare, palmare e plantare.

Quali sono le controindicazioni e gli effetti indesiderati?
La metodica per quanto ben tollerata, presenta come controindicazioni assolute : malattie della placca neuromuscolare (miastenia grave, sindrome di Lambert Eaton, sclerosi amiotropica laterale), assunzione di antibiotici aminoglicosidici o altri agenti che interferiscono con la trasmissione neuromuscolare (spectinomicina, miorilassanti di tipo turbocurarinico), gestazione, allattamento, allergia o sensibilità accertata alla neurotossina botulinica di tipo A o ad uno qualsiasi degli eccipienti della formulazione (albumina umana, cloruro di sodio), marcata asimmetria facciale, ptosi, altri difetti anatomici, anamnesi di paralisi del nervo facciale, infezione o problemi cutanei nel sito dell’iniezione. Come dopo ogni iniezione cutanea si possono verificare delle reazioni indesiderate : eritema (arrossamento), lieve e transitorio gonfiore, dolorabilità locale, lieve sanguinamento o piccoli ematomi, ascessi, noduli, ipersensibilità locale. Solitamente tali reazioni sono circoscritte e si risolvono spontaneamente in poche ore.

Che cos’è un peeling?
Peeling (dall’inglese to peel) significa rimozione rapida e controllata dei piani esterni del rivestimento cutaneo, mediante l’applicazione locale di sostanze (per lo più acidi organici a catena corta) in grado di scindere i legami che tengono unite le cellule (cheratolisi). In base alla potenza dell’agente cheratolitico utilizzato, il peeling può essere:
> superficiale: distacco limitato agli elementi morti e corneificati dell’epidermide;
> medio-supeficiale: allontanamento, più o meno completo, delle cellule vitali dell’epidermide;
> medio-profondo: viene asportato anche parte del derma superiore;
> profondo: il peeling si spinge fino al derma reticolare.
I peelings più profondi, oltre ad agire più energicamente sull’epidermide, possono direttamente provocare uno shock chimico nelle cellule del derma, al fine di riattivarle. Per contro, si tratta di procedure molto più aggressive, che sottopongono il paziente ad un maggior disagio, richiedono tempi di guarigione più lunghi e sono gravati da un numero superiore di complicanze. Dopo il peeling, i tessuti rimossi vengono rigenerati e si assiste ad un ripristino dell’integrità cutanea. Gli acidi utilizzati hanno azione caustica sulla cute, sottoposta al controllo del medico esecutore.

Quali obiettivi si vogliono raggiungere con il peeling?
Nella pelle invecchiata si determina un rallentamento del ricambio delle cellule dell’epidermide, con incremento relativo dello spessore dello strato corneo. La cute assume un aspetto opaco, grigiastro, perde di elasticità e diviene più ruvida al tatto, mentre il diseguale accumulo di melanina si esprime con la comparsa di macchie. Nel derma i fibroblasti riducono l’attività di sintesi delle componenti extracellulari quali glucosaminoglicani, collagene ed elastina. I peelings superficiali e medio-superficiali (soft-peelings), attraverso la rimozione dello strato corneo, rendono immediatamente più luminosa la superficie cutanea, che acquisisce anche una maggior levigatezza e una consistenza più elastica. Gli elementi proliferanti sono costretti ad incrementare la velocità del ricambio, mentre la rimozione dei depositi intracellulari di pigmento schiarisce il colorito ed attenua le macchie. Tali benefici sono transitori. La periodica reiterazione del trattamento è in grado di rendere molto più duraturi i cambiamenti dell’epidermide, nella quale viene sollecitata la sintesi di particolari segnali biochimici che, diffondendo verso il derma sottostante, ne rivitalizzano le funzioni, fino a provocare un aumento della neosintesi di collagene.

Modalità di esecuzione
Il peeling si effettua mediante l’applicazione, con un pennellino, di una soluzione fluida di acido concentrato sulle zone da trattare. L’acido viene lasciato agire sulla cute per un tempo variabile, da pochi secondi a qualche minuto, dopo di ché la sua azione viene interrotta, distribuendo sulla superficie un liquido alcalino capace di bloccarne l’azione. Una serie di considerazioni cliniche, concernenti il tipo e l’entità degli inestetismi che si vogliono risolvere e la capacità della cute di reagire positivamente allo stress indotto dal trattamento (si valutano età del paziente, stato di idratazione, sebometria, acidità, spessore dello strato corneo e dell’epidermide in toto, ecc.) guidano nella scelta di:
> formulazioni di acido di diversa natura e concentrazione (alternabili, anche nello stesso paziente, in sedi o momenti differenti);
un opportuno tempo di applicazione;
> il numero dei trattamenti necessari (da due- tre ad una decina, per ogni ciclo) e la loro periodicità.

E’ un trattamento doloroso?
Durante la seduta del peeling, il paziente avverte una sensazione di bruciore, di variabile intensità, in relazione anche al grado di sensibilità individuale, che scompare non appena l’acido viene neutralizzato, per lasciar spazio ad una percezione di calore, legata alla vasodilatazione locale. Il disagio è, normalmente, assai ben tollerato.

Che tipo di risultati si ottengono con il peeling?
In modo ragionevolmente realistico, da un peeling, ed, a maggior ragione, dalla reiterazione del trattamento, è lecito attendersi i seguenti risultati:
> maggiore levigatezza ed elasticità della superficie epidermica, che fornisce, se sfiorata con le dita, una sensazione più “vellutata”;
> migliore lucentezza della pelle, per eliminazioni delle irregolarità della superficie che portano al prevalere dei fenomeni di rifrazione ottica su quelli di riflessione;
> lieve riduzione del diametro degli osti follicolari (i cosiddetti “pori”), il che rende più delicata la “tessitura” cutanea;
> maggiore uniformità del colorito cutaneo, con attenuazione delle iperpigmentazioni, soprattutto se i peelings vengono ripetuti e si associa l’uso di prodotti depigmentanti;
> attenuazione delle rughe più sottili (in seguito a trattamenti reiterati);
> leggero livellamento delle cicatrici da acne (in seguito a trattamenti reiterati);
> rallentamento della progressione dei segni dell’invecchiamento cutaneo (in seguito a trattamenti reiterati).
Non è possibile preventivare in modo esatto l’entità di tali miglioramenti, poiché gli aspetti quantitativi e qualitativi della risposta e la durata della terapia necessaria per ottenerla dipendono, come sempre in medicina, da molteplici fattori, quali il tipo di compromissione iniziale, la sua gravità ed evolutività, l’eventuale presenza di altre condizioni morbose concomitanti, l’età, la reattività individuale, le condizioni ambientali, l’alimentazione, lo stile di vita. Nessuna garanzia circa il risultato finale può essere,  quindi, fornita.

Quali sono le principali indicazioni per un peeling?
Entro i limiti sopra esposti, tutti i quadri connessi all’invecchiamento cutaneo, da quelli più iniziali ai più avanzati, trovano possibilità di miglioramento con i soft-peelings. Come regola, tale terapia viene inserita in un programma più ampio, di volta in volta impostato sulla base delle problematiche del paziente. Come si è detto, le iperpigmentazioni possono venir attenuate dal peeling. Alcuni peeling si collocano tra le terapie in grado di contribuire al miglioramento delle patologie acneiche.

Esistono delle controindicazioni al peeling?
Ovviamente, una controindicazione assoluta esiste in caso di allergia accertata nei confronti dell’acido prescelto o degli eccipienti. In generale, è preferibile rimandare il trattamento in presenza di: Herpes Simplex attivo, dermopatie varie,  lesioni flogistiche in corso o in via di cicatrizzazione, ferite chirurgiche, peelings recenti con altre sostanze, soluzioni di continuità di qualsiasi origine, esiti di dermoabrasione, crioterapia, diatermocoagulazione, scottature solari, elettrolisi, rasature, cerette ed ogni altro evento irritativo cutaneo. In ogni caso, sarà il medico a valutare l’intervallo di tempo da far trascorrere prima di effettuare un peeling. Il rischio di iperpigmentazioni è particolarmente alto nei soggetti di carnagione scura, al punto che un fototipo alto è considerato una controindicazione relativa al peeling.

Ci possono essere delle reazioni negative dopo il peeling?
Gli acidi sono sostanze dotate di potere aggressivo per la cute e le mucose, potenzialmente in grado, se usata in sedi, modi e tempi non appropriati, di produrre lesioni di una certa gravità. Poiché tale caratteristica è correlata, in modo inscindibile, all’attività biologica per la quale l’acido è impiegato, una quota di rischio risulta ineliminabile. Dopo il peeling, possono evidenziarsi aree di arrossamento e di disepitelizzazione che, in qualche caso, si coprono di crosticine, per poi risolversi, spontaneamente, in qualche giorno. Sia pur raramente, le lesioni possono assumere aspetti di maggior gravità, sino ad assumere caratteri simili alle ustioni. Reazioni infiammatorie e fenomeni infettivi locali possono presentarsi anche se il trattamento è stato correttamente eseguito, ma anch’esse si risolvono rapidamente, in modo spontaneo o con opportuna terapia. L’accidentale contatto dell’acido con aree cutanee non previste o con le mucose orali e congiuntivali può determinate alterazioni più o meno gravi in tali sedi. E’, inoltre, possibile la comparsa, nei giorni successivi al peeling, di piccole lesioni pustolose (milium), di manifestazioni di Herpes Simplex (in soggetti predisposti), di una dermatite periorale. Gli acidi, per la loro azione esfoliante, possono favorire un aumento della perdita di acqua per evaporazione, accentuando, in alcuni casi, il senso di secchezza cutanea.

Vi possono essere reazioni negative di maggior durata o, addirittura, permanenti?
Possibili effetti collaterali sono dati da:
> eritema persistente (arrossamento delle zone trattate che si  protrae per settimane o mesi, soprattutto dopo i peelings più aggressivi);
> iperpigmentazioni, frequenti specialmente come esito delle complicanze infiammatorie ed in caso di inadeguata fotoprotezione delle aree trattate; scompaiono solo dopo opportuna terapia;
> esiti cicatriziali: rappresentano fenomeni del tutto eccezionali.

Cosa bisogna fare e non fare prima del peeling?
La risposta cutanea al peeling è migliore e gli effetti collaterali più rari e meno rilevanti se la pelle si presenta in condizioni ottimali di trofismo e di idratazione e se più uniforme è la distribuzione dei valori di acidità e del potere tampone sulla superficie da trattare. Per questo motivo, è consigliabile far precedere il peeling da un adeguato check-up cutaneo e da una fase di preparazione e di normalizzazione, della durata di almeno 15 giorni, durante i quali far uso di opportuni prodotti cosmetici, secondo le indicazioni del medico. Si raccomanda, inoltre, di evitare tutti i trattamenti locali che possono in qualche modo irritare la pelle o provocare soluzioni di continuità. E’ preferibile recarsi dal medico senza make-up ed evitando l’uso di prodotti dopobarba e la stessa rasatura.

Cosa bisogna fare e non fare dopo il peeling?
Nel giorno in cui è stato eseguito il peeling ed in quello immediatamente seguente è consigliabile limitare al massimo l’applicazione di ogni genere di prodotti sulla cute, poiché lo scompaginamento della barriera cutanea facilita il passaggio anche di molecole normalmente non permeabili. Per velocizzare il processo di rinnovamento cellulare e ridurre la secchezza cutanea conseguente all’esfoliazione il medico consiglierà cosmetici specifici. Sarà, inoltre, necessario seguire le seguenti regole:
> evitare nel modo più rigoroso l’esposizione al sole o alle lampade abbronzanti per almeno quattro settimane ed applicare, con regolarità, due volte al giorno, uno schermo solare, secondo le indicazioni del medico. L’asportazione dello strato corneo priva la cute di un importante strumento di difesa contro le radiazioni. Inoltre, come ogni processo infiammatorio, anche quello connesso alla riparazione post-peeling rende la pelle più sensibile all’irraggiamento UV, cui reagisce con un incremento della pigmentazione, suscettibile di esitare in discromie.
> non usare prodotti abrasivi, tonici a base alcolica, detergenti saponosi o sindet particolarmente aggressivi, non grattare o strofinare la pelle nelle aree trattate, non asportare manualmente le eventuali crosticine sulle aree di disepitelizzazione.
In caso di particolare sensibilità, evitare, per qualche giorno l’uso del make-up.

Cosa è la mesoterapia?
La mesoterapia rappresenta una particolare modalità di somministrazione dei farmaci realizzata per via iniettiva intradermica. Sulla zona trattata vengono praticate più iniezioni, ciascuna con un piccolo volume di farmaco; questo, dal punto di inoculazione, si distribuisce, mediante una lenta diffusione, alle strutture viciniori, sulle quali esercita la sua normale attività. In mesoterapia sono impiegati gli stessi medicinali della farmacopea ufficiale. La scelta della via mesoterapica si giustifica con il vantaggio dell’utilizzo di minime dosi di farmaco, le cui concentrazioni locali si mantengono a lungo elevate, realizzando un’attività distrettuale assai intensa e prolungata, per mantenere la quale è, in genere, sufficiente ripetere le inoculazioni con cadenza settimanale. La scelta dei medicamenti da impiegare in mesoterapia è circoscritta al novero dei prodotti che la Società Italiana di Medicina Estetica e la Società Italiana di Mesoterapia sono giunte a validare, sulla base di una pluriennale esperienza, di un adeguato numero di osservazioni cliniche e di pubblicazioni scientifiche che ne comprovano la sicurezza e l’efficacia per via intradermica.

Quali sono le indicazioni principali della mesoterapia  in Medicina Estetica?
Le indicazioni principali per il trattamento mesoterapico sono rappresentate:
> dai vari inestetismi legati all’insufficienza  cronica del microcircolo veno-linfatico periferico;
> dalla cosiddetta Cellulite o PEFS;
> dalla adiposità localizzata;
> dalle sintomatologie dolorose dell’apparato osteo-articolare.

Quale risultato è lecito attendersi dalla mesoterapia?
L’efficacia della mesoterapia è interamente legata all’azione dei farmaci per tale via somministrati. Come in ogni altro tipo di terapia farmacologica, presupposti essenziali per un buon risultato sono la correttezza della diagnosi e l’impiego di principi che trovino comprovata indicazione nella patologia individuata.In linea generale, la mesoterapia con farmaci attivi sul microcircolo degli arti è in grado di ridurre la sintomatologia legata al deficit dello stesso e l’evolutività dei quadri di PEFS, mentre significativi decrementi degli accumuli distrettuali di adipe si ottengono con la veicolazione intradermica locoregionale di derivati xantinici.

Per quanto tempo va prolungata la terapia mesoterapica?
L’entità della risposta e la durata della terapia necessaria per ottenerla dipendono, come sempre in medicina,  da molteplici fattori, quali il tipo di patologia, la sua gravità ed evolutività, l’eventuale presenza di altre condizioni morbose concomitanti, l’età, la reattività individuale, lo stile di vita.

Per quanto tempo si mantiene l’effetto desiderato?
Gli stessi fattori che condizionano l’efficacia terapeutica influenzano anche la durata del beneficio conseguito. Poichè la gran parte delle affezioni trattate con la mesoterapia hanno decorso cronico, è importante ripetere il ciclo terapeutico a scadenze periodiche ed attuare, negli intervalli, una terapia di mantenimento, mediante somministrazioni scaglionate con periodicità quindicinale o mensile.

Quanto tempo dura il trattamento?
Normalmente, per effettuare la mesoterapia, sono sufficienti 20 minuti, con una discreta variabilità  in relazione al numero ed all’estensione  delle sedi da trattare.

E’ una procedura dolorosa?
La percezione del dolore dipende molto dal grado di sensibilità individuale e dalle sedi di trattamento. Di regola, comunque, il disagio è ben sopportabile.

Ci sono delle controindicazioni al trattamento?
Controindicazione assoluta alla mesoterapia è data dalla comprovata allergia verso i farmaci che dovrebbero essere utilizzati. Anche in assenza di un’ipersensibilità specifica, una diatesi allergica, testimoniata da manifestazioni immunoreattive verso molteplici allergeni e dalla facilità di insorgenza di nuove allergie, deve indurre a particolare cautele, vista anche la prolungata permanenza tessutale del farmaco iniettato per via mesoterapica. Come per tutte le terapie iniettive, le gravi alterazioni della coagulazione possono costituire un motivo di prudenza o, addirittura, una controindicazione. Molte patologie sistemiche croniche richiedono valutazioni caso per caso dell’opportunità del trattamento e vanno, conseguentemente, sempre segnalate al medico.

Si possono avere degli effetti indesiderati?
Il modesto volume di farmaco iniettato con ciascuna puntura realizza, nel derma, una minuscola raccolta di liquido, che appare come un piccolo rigonfiamento della superficie cutanea (pomfo), destinato a scomparire entro poche ore. Come dopo ogni trattamento iniettivo, si possono verificare reazioni locali, di lieve entità e di breve durata, legate in parte al microtrauma prodotto dall’ago, in parte all’attività chimico-fisica e biochimica del farmaco:
> transitorio eritema (arrossamento);
> leggero sanguinamento, ecchimosi  o piccoli ematomi: negli emofilici, nei pazienti con difetto delle piastrine ed in coloro che assumono aspirina o anticoagulanti orali, la perdita ematica è più frequente e prolungata;
> aumento della sensibilità al dolore;
> rarissime, ma possibili,  le complicanze infettive locali.
Normalmente, tali reazioni sono circoscritte e scompaiono spontaneamente in pochi giorni, restituendo la superficie cutanea alla completa normalità. Soltanto in casi eccezionali può essere richiesto l’uso di un supporto farmacologico specifico. In modo simile a quanto si realizza in ogni trattamento farmacologico, un possibile effetto indesiderato è rappresentato dalle reazioni allergiche, le cui manifestazioni possono spaziare da quadri localizzati cutanei a rapida risoluzione spontanea fino ad espressioni sistemiche, talora temibili. Una reattività allergica può svilupparsi anche dopo un iniziale periodo di terapia senza problemi.

E’ necessario eseguire preliminarmente un test allergico?
Normalmente non è richiesta l’esecuzione di un test, tenuto presente che le prove allergiche si realizzano mediante piccole inoculazioni intradermiche simili a quelle mesoterapiche e sono, esse stesse, gravate dal rischio di reazioni di ipersensibilità di tipo sistemico; inoltre, l’assenza di una risposta allergica non esclude  che questa possa svilupparsi in un secondo tempo. Tuttavia, il riscontro anamnestico di una diatesi allergica  rende sempre consigliabile l’esecuzione di un test preventivo.

Cosa bisogna fare dopo il trattamento?
L’inoculazione mesoterapica si propone di depositare, in sede intradermica, una certa quantità di farmaco, destinato a diffondere alle strutture contigue nei giorni seguenti. Qualsiasi energica sollecitazione meccanica locale può accelerare lo smaltimento del farmaco attraverso le vie di deflusso emolinfatiche, nelle quali si diluisce sino a concentrazioni prive di attività farmacologica. Occorre, quindi, evitare che, sulle  aree trattate con mesoterapia, vengano effettuati, a breve distanza di tempo, massaggi, pressoterapie, applicazione di ultrasuoni. Come ogni processo infiammatorio, anche quello connesso alla riparazione della microlesione iniettiva rende la cute più sensibile all’irraggiamento solare, cui reagisce con un incremento della pigmentazione, suscettibile di esitare in discromie. E’, pertanto, consigliabile fare a meno di esporsi al sole o a lampade UVA  prima della completa scomparsa dei segni cutanei del trattamento.

Cosa è?
La Radiofrequenza non ablativa (RFNA) rappresenta una delle più moderne sicure ed efficaci utilizzate in Medicina Estetica per contrastare numerosi inestetismi di viso e corpo in maniera non invasiva e senza l’utilizzo di aghi o di farmaci da iniettare. Il principio su cui si basa questa metodica è che l’energia elettromagnetica generata da appositi strumenti elettromedicali determina un riscaldamento uniforme dei tessuti, indipendentemente dalla loro natura, densità e dimensioni, direttamente dove è necessario con immediatezza e precisione. Il riscaldamento endogeno è la caratteristica vincente della RFNA. La metodica si esegue facendo scorrere un manipolo sul piano cutaneo, e prevede il trattamento di diverse zone del viso e del corpo : contorno occhi, solchi naso-genieni, zigomi, fronte, collo, decolletè, braccia, interno ed esterno coscia, glutei, addome. Il trattamento dura da un minimo di 15 min. ad un massimo di 30 min., e consente una immediata ripresa delle normali attività quotidiane non essendoci postumi o particolari prescrizioni nel post-trattamento.

Quante sedute sono previste? Per quanto tempo dura l’effetto desiderato?
I risultati non sono immediati ma si evidenziano in maniera graduale e progressiva, riuscendo a ridare ai tessuti tonicità, spessore, compattezza, luminosità. Il protocollo terapeutico prevede un ciclo di 10 sedute con una frequenza di una o due volte alla settimana. I risultati per il ringiovanimento del viso sono visibili già dopo la prima seduta ed hanno una durata di 8-12 mesi. In altre sedi i risultati si ottengono più lentamente (circa 1 mese dalla prima seduta) ma permangono per oltre un anno.

Quali sono le indicazioni?
La RFNA è stata la prima metodica non chirurgica ad essere autorizzata della Food and Drug Administration per il trattamento del rilassamento cutaneo di viso e corpo. Le indicazioni principali per il trattamento sono rappresentate:

Lassità cutanea di viso e corpo
L’effetto termico indotto dalle RFNA determina un’ attivazione dei fibroblasti con incremento della sintesi di glucosamminoglicani, collagene ed elastina. Tutto questo si traduce in un marcato effetto tensorio e rimpolpante.

Cellulite
Il calore endogeno provoca l’attivazione del microcircolo con miglioramento degli scambi cellulari. Questo si traduce in un effetto drenante, con riduzione dell’edema e della congestione e in un maggiore apporto di ossigeno e nutrienti nelle sedi interessate dall’inestetismo.

Adiposità localizzate
Se riscaldato ad una temperatura superiore ai 42°C per un tempo sufficiente il tessuto adiposo va incontro a lipolisi e a lipoclasia con conseguente riduzione del suo spessore.

Acne
Numerosi studi hanno evidenziato una riduzione di volume delle ghiandole sebacee e un’azione antibatterica e antinfiammatoria indotta della RFNA, come terapia di supporto nel favorire processi di guarigione delle pustole e di miglioramento dell’aspetto delle cicatrici proprio per l’attivazione dei fibroblasti stimolati dall’azione termica.

Cicatrici
Si verifica un miglioramento delle lesioni con spianamento e distensione della cute e scomparsa del colorito cianotico

Smagliature
Per effetto dell’attivazione del microcircolo da un lato e azione diretta su collagene e fibroblasti dall’altro, si assiste ad un miglioramento della stria rubra.

Quali sono le controindicazioni e gli effetti indesiderati?
La metodica per quanto ben tollerata, presenta come controindicazioni assolute : Gravidanza , impianto di stimolatori elettrici (es.Pace-maker), collagenopatie, cardiopatie gravi. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, si può verificare un transitorio eritema (arrossamento), in casi eccezionali ustioni cutanee (in genere di I grado). Normalmente, tali reazioni sono circoscritte e scompaiono spontaneamente in poche ore, restituendo la superficie cutanea alla completa normalità.

Prenota qui il tuo CHECK-UP!

Richiedi subito un Check-Up.
Compila il modulo e riceverai via e-mail il Coupon per una consulenza presso i nostri medici estetici.

Contattaci

Puoi richiedere qualsiasi tipo di informazioni compilando questo modulo.
La richiesta online è puramente indicativa e in nessun modo vincolante.

Cerca nel sito

Non hai trovato quello che cercavi?
Prova utilizzando questo modulo.

Lavora con noi

Sei un medico estetico?
Vuoi entrare a far parte della nostra equipe?
Invia la tua richiesta. La richiesta online è puramente indicativa e in nessun modo vincolante.